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La relazione come epicentro degli omicidi familiari: analisi psico-criminologica ONOF (settimana 24-30 luglio

04/08/2025 08:48

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La relazione come epicentro degli omicidi familiari: analisi psico-criminologica ONOF (settimana 24-30 luglio 2025)

La nostra missione è decodificare la grammatica della violenza in Italia, indagando come le dinamiche relazionali e i traumi irrisolti diventino catastrofe.

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L'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF), pilastro analitico dell'AIPC, opera in stretta sinergia con il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) per trascendere la mera contabilità degli eventi violenti. La nostra missione è decodificare la grammatica della violenza in Italia, indagando come le dinamiche relazionali e i traumi irrisolti diventino il terreno fertile per la catastrofe. 

 

Le analisi settimanali, curate da esperti come la Dott.ssa Tiziana Calzone, la Dott.ssa Ludovica Frese e il Dott. Massimo Lattanzi, utilizzano dati preliminari di natura giornalistica per fornire una lettura tempestiva, seppur non definitiva, dei fenomeni in atto. Questa settimana (24-30 luglio 2025) presenta uno scenario che merita un'attenta disamina, scomponendo ogni variabile per illuminare le dinamiche psicologiche e relazionali sottostanti.

 

Profilo tipico settimanale della vittima di omicidio: Analisi e Commento

Nella settimana in esame, le caratteristiche statisticamente più elevate delle vittime di omicidio sono:

  • Genere: Uomo/Donna (50% ciascuno)
  • Età: 72+ (50%)
  • Familiarità con l’autore: Partner (50%)
  • Distribuzione geografica: Sud e Isole (50%)
  • Arma utilizzata: Aggressione fisica (75%)

 

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Commento alle Variabili della Vittima

Genere (Uomo/Donna 50%): La parità di genere in questa settimana è un dato atipico rispetto a trend più ampi che spesso vedono una prevalenza femminile nei delitti a sfondo relazionale-affettivo. Questo 50/50 suggerisce la coesistenza, nel campione settimanale, di dinamiche differenti: da un lato il classico femicidio-uxoricidio, dall'altro possibili omicidi di uomini che avvengono comunque in un contesto di prossimità relazionale, come confermato dalla variabile "Familiarità".

Età (72+ 50%): Questa variabile è un indicatore cruciale di vulnerabilità. Una vittima in età avanzata si trova spesso in una condizione di maggiore fragilità fisica, dipendenza (economica o assistenziale) e talvolta isolamento sociale. Dal punto di vista psico-criminologico, l'omicidio di un anziano può rappresentare il culmine drammatico di dinamiche disfunzionali che durano da decenni, oppure l'esito di un "cortocircuito" legato allo stress del caregiving (assistenza), dove il caregiver, spesso il partner, crolla sotto il peso della responsabilità.

Familiarità con l’autore (Partner 50%): Questa è la chiave di lettura della settimana. L'omicidio si consuma all'interno della relazione più intima. Il legame affettivo, che dovrebbe essere fonte di cura e protezione, si trasforma nel teatro della violenza letale. La lente del CIPR ci permette di ipotizzare che tale esito non sia quasi mai un evento improvviso, ma l'atto finale di un'escalation di micro-traumi, conflitti silenti, prevaricazioni e disfunzioni comunicative che hanno eroso le fondamenta della relazione.

Distribuzione geografica (Sud e Isole 50%): Sebbene sia un dato da interpretare con cautela per non cadere in stereotipi, può suggerire la presenza di specifici fattori di stress socio-economico o di contesti culturali in cui la gestione del conflitto interpersonale può essere meno mediata da risorse esterne (servizi sociali, supporto psicologico). È un dato che assume valore se osservato in una prospettiva longitudinale.

Arma utilizzata (Aggressione fisica 75%): Questo dato è psicologicamente potentissimo. L'uso dell'aggressione fisica (mani, piedi, colpi, spinte) in una percentuale così elevata (75%) indica un'altissima probabilità di un'azione impulsiva, non premeditata, dominata da un'intensa disregolazione emotiva. È il "raptus", l'esplosione di rabbia che travolge ogni capacità di controllo. L'assenza di un'arma esterna suggerisce che la violenza è scaturita direttamente dal corpo dell'aggressore, in un'escalation fatale di un litigio o di una contesa.

 

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PROFILO TIPICO SETTIMANALE DELL’AUTORE DI OMICIDIO: Analisi e Commento

Parallelamente, le caratteristiche più frequenti dei presunti autori o rei confessi sono:

  • Genere: Uomo (75%)
  • Età: 54-71 (50%)
  • Familiarità con la vittima: Partner (50%)
  • Distribuzione geografica: Sud e Isole (50%)
  • Arma utilizzata: Aggressione fisica (75%)

Commento alle Variabili dell'Autore

Genere (Uomo 75%): Questo dato è coerente con le statistiche criminologiche globali, che vedono gli uomini come i principali autori di omicidio, specialmente in contesti di violenza domestica e intima.

Età (54-71 50%): Incrociando questo dato con l'età della vittima (72+), si delinea un quadro coerente: l'autore è un uomo maturo, spesso di poco più giovane della sua partner. Questo profilo anagrafico rafforza l'ipotesi di relazioni di lunga data, dove frustrazioni, risentimenti e traumi relazionali si sono accumulati per anni o decenni, fino al punto di rottura in età avanzata. Eventi scatenanti possono essere la pensione, l'insorgere di malattie (proprie o del partner) o un cambiamento negli equilibri di potere della coppia.

Familiarità con la vittima (Partner 50%): Speculare alla vittima, questo dato conferma che il conflitto letale nasce e muore all'interno delle mura domestiche e del legame di coppia. L'autore non è uno sconosciuto, ma la persona che condivideva la vita con la vittima.

Distribuzione geografica (Sud e Isole 50%): Il dato si sovrappone a quello della vittima, confermando l'area geografica del fenomeno per questa settimana.

Arma utilizzata (Aggressione fisica 75%): Questo dato, identico a quello della vittima, è il più eloquente dal punto di vista psicologico per l'autore. L'incapacità di gestire il picco emotivo (rabbia, frustrazione) si traduce in un agito fisico primordiale e letale. Dal punto di vista della psicotraumatologia, questo collasso dei meccanismi di regolazione emotiva può essere letto come l'attivazione catastrofica di sistemi di difesa arcaici (come il sistema della RABBIA teorizzato da Panksepp), non più mediati dalle funzioni corticali superiori. Il trauma relazionale pregresso, non elaborato, ha probabilmente creato una vulnerabilità cronica a tali esplosioni.

 

Sintesi Psico-Criminologica

L'analisi di questa settimana rivela un pattern dominante: l'omicidio di un partner anziano, commesso da un uomo più maturo all'interno di una relazione di lunga data, attraverso un'esplosione di violenza fisica non mediata da armi. Questo non è solo un dato statistico; è la fotografia di un fallimento relazionale totale. La sinergia tra l'analisi quantitativa di ONOF e la lettura clinica di CIPR ci permette di affermare che questi eventi rappresentano la punta di un iceberg di sofferenza. Sotto la superficie ci sono anni di comunicazioni fallite, traumi non riconosciuti, dinamiche di controllo e dipendenza patologica. L'aggressione fisica come arma d'elezione parla di un crollo psicologico, dove l'incapacità di verbalizzare e gestire il dolore si trasforma in un agito distruttivo. Comprendere questa "grammatica della violenza" è il primo passo per costruire interventi preventivi efficaci, capaci di intercettare il disagio relazionale prima che diventi irrimediabile.

 

Conclusione: spezzare il ciclo della violenza. ora, prima che sia troppo tardi.

I numeri che avete letto non sono fredde statistiche; sono il punto di arrivo di storie reali, l'epilogo di sofferenze a lungo ignorate. Queste storie iniziano quasi sempre con lo stesso copione, uno che forse riconosci fin troppo bene. Se parole come "controllo", "possesso", "gelosia ossessiva" e "paura" non sono concetti astratti ma il vocabolario quotidiano della tua relazione, allora non stai leggendo un'analisi esterna: stai guardando il prologo di una tragedia che potrebbe diventare la tua.

 

La nostra missione è strappare l'ultima pagina di quel copione prima che venga scritta. È un lavoro a due livelli, sinergico e vitale:

  1. L'ONOF (Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari) accende una luce sui segnali d'allarme. La nostra analisi trasforma il dubbio in consapevolezza, rendendo visibile la struttura della violenza e rispondendo alla domanda che forse ti assilla: "Quello che sto vivendo è normale, o è l'inizio di una spirale pericolosa?".
  2. Il CIPR (Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale) offre la strategia e gli strumenti per uscirne. Nei nostri centri di Pescara e Roma, i nostri specialisti non forniscono facili promesse, ma percorsi concreti e sicuri per disinnescare la bomba emotiva del trauma relazionale. Ti aiutiamo a passare dalla domanda disperata "Come posso salvarmi?" alla costruzione di una risposta potente: la riconquista della tua sicurezza, della tua autonomia e della tua vita.

 

Il silenzio non protegge. Il silenzio è il complice della violenza. La parola è il primo atto di rottura, il primo passo verso la salvezza.

Non aspettare il punto di non ritorno. Questo appello è per te, che vivi nella paura e cerchi una via di fuga. Ma è anche per te, uomo, che senti montare una rabbia che non riesci a controllare e hai il terrore di fare del male. Riconoscere quest'ombra e chiedere aiuto non è un atto di debolezza, ma il più grande atto di coraggio e responsabilità.

 

Fai il primo passo. Siamo qui per ascoltarti in totale sicurezza.

Email per un contatto protetto e riservato: aipcitalia@gmail.com

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Per approfondire il nostro lavoro: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it

 

Un appello alla comunità: sostieni chi combatte questa battaglia

Ogni analisi che pubblichiamo, ogni percorso terapeutico che avviamo, ogni persona che aiutiamo a ritrovare la libertà è un passo verso una società più sicura per tutti. Invitiamo aziende, fondazioni e cittadini a sostenere concretamente questa missione. Una donazione (interamente deducibile) non è un costo, ma un investimento diretto sulla vita e sul futuro della nostra comunità. Diventa parte attiva della soluzione.

 

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