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Infrangere la Finta Normalità: Trauma Relazionale, Trigger e il Triangolo Drammatico nel caos di "Bullet Trai

24/04/2025 17:47

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Infrangere la Finta Normalità: Trauma Relazionale, Trigger e il Triangolo Drammatico nel caos di "Bullet Train Explotion"

Il racconto di Iuzuky e del suo drammatico piano, ispirato a dinamiche complesse e dolorose, si presta a una lettura del triangolo drammatico di Karpman.

Il racconto di Iuzuky e del suo drammatico piano, ispirato a dinamiche complesse e dolorose, si presta a una lettura attraverso la lente del triangolo drammatico di Karpman (1968). Questo modello psicosociale descrive tre ruoli interconnessi che le persone possono assumere in situazioni di conflitto: la Vittima, il Persecutore (Carnefice) e il Salvatore. L'ambiente circostante, in questo caso il treno e i suoi passeggeri, funge da palcoscenico e da amplificatore delle dinamiche individuali e relazionali.

 

La storia di Iuzuky è profondamente radicata in un trauma relazionale precoce, la perdita della madre, e in un ambiente familiare tossico. Il padre si configura chiaramente come un Carnefice, perpetrando violenza psicologica attraverso continue svalutazioni ("Perché non sei nata maschio?") e negando la sua stessa identità. Questa costante umiliazione mina il suo diritto di esistere, un'esperienza dolorosissima che può generare un profondo senso di inadeguatezza e rabbia (Bowlby, 1969). La frase "Non credo che esista una sensazione più triste per un essere umano!" esprime vividamente questa sofferenza esistenziale.

 

IMPORTANTE EVENTO A PESCARA IL 17 MAGGIO!

L'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), in collaborazione con la Questura di Pescara, è lieta di annunciare l'organizzazione del seminario di presentazione del progetto "La scienza applicata alla violenza".

L'evento si terrà il 17 maggio, dalle ore 9:30 alle ore 12:30, presso una nostra struttura e sarà aperto a:

  • Operatori del settore (in fase di valutazione)
  • Rappresentanti della Questura di Pescara
  • Operatori di Centri Antiviolenza (CAV) e Case di Accoglienza Urgenza Vittime (CUAV) (in fase di valutazione)

Questo seminario rappresenta un'importante occasione per approfondire le tematiche legate alla violenza attraverso un approccio scientifico.

L'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) è lieta di annunciare l'apertura del suo nuovo Centro anche a Pescara! Per celebrare questo importante evento, il 17 maggio, dalle ore 17:00 alle ore 19:00, si terrà un seminario gratuito di presentazione delle attività che saranno attive con una frequenza di due sabati al mese a partire dal 24 maggio.

Questo seminario rappresenta un'occasione imperdibile per scoprire come l'AIPC offre un supporto qualificato a chi affronta difficoltà relazionali e desidera intraprendere un percorso di crescita e guarigione.

 ATTENZIONE: Il seminario è riservato a un massimo di otto persone realmente interessateÈ OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE ENTRO L'11 MAGGIO tramite l'invio di una mail di presentazione all'indirizzo: aipcitalia@gmail.com

 

Iuzuky si presenta inizialmente come una Vittima di questo abuso paterno. Il suo desiderio di vendetta, culminato nell'attentato, la trasforma però in Carnefice nei confronti del padre e, potenzialmente, degli altri passeggeri. La sua affermazione "Ho piazzato le bombe perché non sopporto più mio padre" rivela un odio viscerale, alimentato da anni di sofferenza. Tuttavia, la sua complessa psicologia emerge ulteriormente quando dichiara che l'attentatore suicida "merita più rispetto di te padre, non sei tu l’eroe". In questa affermazione si intravede un ribaltamento di ruoli, dove il padre, che si auto-proclamava Salvatore ("Ti vantavi, il caso è stato risolto grazie a me"), viene declassato, mentre l'attentatore, pur violento, riceve una sorta di ammirazione per il suo "coraggio".

 

Il complice di Iuzuky incarna una tragica sovrapposizione di ruoli. Vittima della morte del padre nell'attentato (di cui il padre di Iuzuky si vantava), diventa Carnefice agendo per vendetta, mosso dalla convinzione che il suicidio del padre sia stato sabotato. La sua partecipazione all'attentato lo colloca anche nel ruolo di Salvatore agli occhi di Iuzuky, condividendo il suo desiderio di giustizia (seppur distorta).

 

L'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia, in collaborazione con la Questura di Roma, è lieta di invitarti all'evento formativo "Psicotraumatologia Relazionale e Violenza Domestica: Un Approccio Scientifico per la Prevenzione e il Contrasto", che si terrà il 15 maggio 2025, dalle ore 09:00 alle ore 13:00 circa, presso l'Aula A. COCOLA della Questura di Roma.

Sei interessato/a ad approfondire le tematiche della psicotraumatologia relazionale e della violenza domestica? Questo evento formativo offre un'occasione unica per:

Acquisire conoscenze scientifiche aggiornate sulla psicotraumatologia relazionale e sulla violenza domestica.

Comprendere le dinamiche psicologiche e sociali alla base di questi fenomeni.

Esplorare approcci efficaci per la prevenzione e il contrasto della violenza domestica.

Confrontarsi con esperti del settore e condividere esperienze.

L'evento è rivolto a professionisti del settore, operatori sociali, forze dell'ordine, psicologi, educatori e a tutti coloro che sono interessati ad approfondire queste tematiche. 

Posti limitati. Al termine dell'evento, verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

Non perdere questa opportunità di formazione e crescita professionale! Ultimi posti disponibili!

Per iscriverti clicca sul link: https://www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it/eventi

 

L'ambiente del treno, inizialmente neutrale, si trasforma in un microcosmo di paura e caos. I passeggeri, improvvisamente esposti alla minaccia di morte, reagiscono con "reazioni umane autentiche e non controllate... Tutti piangono, gridano che non vogliono morire … si arrabbiano … odiano …". Questo scenario amplifica il dramma individuale di Iuzuky, che osserva con soddisfazione la rottura della "falsa normalità" e il manifestarsi di emozioni primarie. La professoressa, figura consapevole del passato di Iuzuky, rappresenta un elemento ambientale significativo. Il suo tentativo di "tenerla d’occhio" e il suo sollievo apparente, percepito da Iuzuky come ipocrita, contribuiscono al suo senso di alienazione e al desiderio di "contaminare con il mio veleno".

 

Ti riconosci nelle dinamiche complesse e dolorose descritte nel racconto di Iuzuky? Senti di essere intrappolato/a in ruoli di Vittima, Carnefice o Salvatore all'interno delle tue relazioni? Le ferite di un trauma relazionale passato o presente continuano a influenzare la tua vita, innescando reazioni intense a specifici trigger?

Non sei solo/a. Comprendere queste dinamiche è il primo passo verso il cambiamento e la guarigione.

L'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia Infrangere la Finta Normalità è qui per offrirti ascolto, supporto e strumenti professionali per affrontare il trauma relazionale, riconoscere e gestire i trigger emotivi e uscire dai ruoli limitanti del triangolo drammatico.

Non rimanere intrappolato/a in una "finta normalità" che ti causa sofferenza. Contattaci per intraprendere un percorso di consapevolezza e ricostruzione. La tua autenticità e il tuo benessere meritano di essere al centro della tua vita.

Contatta l'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia per infrangere la Finta Normalità.

Puoi contattare l'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) ai seguenti recapiti:

  • Numero di telefono e WhatsApp: 3924401930 (dalle ore 12:00 alle ore 16:00, anche i festivi).
  • Email: aipcitalia@gmail.com

 

La dinamica proposta da Iuzuky per disinnescare le bombe ("Per disinnescare le bombe dovete uccidermi") la colloca in un ruolo manipolatorio, oscillando tra Vittima (affetta da una malattia cronica e disposta al sacrificio) e Salvatore (detentrice della chiave per evitare la catastrofe). Il suo tentativo di indurre il capotreno a ucciderla, culminando nell'esclamazione "è lo sguardo che volevo vedere!", rivela un bisogno estremo di controllo e di suscitare una reazione emotiva intensa negli altri. La sua affermazione "La mia vita non vale niente!" sottolinea una profonda svalutazione di sé, spesso radicata in esperienze di abuso e negazione.

La frase "Simboli, simboli … è un mistero come nessuno impazzisca… il suono assordante chiamato silenzio!” L’abisso che ricambia il tuo sguardo. Bugie e asfalto. ‘Voglio liberarmene’! È un mondo orribile pieno di bugie e ipocrisia!" riflette un disagio esistenziale profondo, una percezione di un mondo alienante e insincero. Questa visione del mondo distorta alimenta ulteriormente il suo desiderio di smascherare la "finta normalità".

 

Infine, la dinamica di "produrre il problema per poi essere la salvatrice!" evidenzia una manipolazione tipica di chi ha interiorizzato dinamiche disfunzionali. La risposta finale di Iuzuky all'investigatore ("Per niente, perché è stata una mia decisione!") e il suo commento sulla "finta normalità" e sulla speranza nutrita dall'investigatore, suggeriscono una sua percezione di aver infranto un sistema di ipocrisia e di aver costretto gli altri a confrontarsi con una realtà più autentica, seppur tragica.

 

In conclusione, la vicenda di Iuzuky, immersa in un ambiente carico di tensione e dolore, illustra potentemente come i ruoli del triangolo drammatico possano intrecciarsi e trasformarsi in contesti di grave trauma e conflitto. La sua storia ci spinge a riflettere sulla complessità della psiche umana, sulle cicatrici profonde lasciate dall'abuso e sulla disperata ricerca di significato e giustizia, anche attraverso atti di violenza estrema.

 

Riferimenti Bibliografici:

  • Bowlby, J. (1969). Attachment and loss, Vol. 1: Attachment. New York: Basic Books.
  • Karpman, S. B. (1968). Fairy tales and script drama analysis. Transactional Analysis Bulletin, 7(26), 39-43.

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