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Il "benching" è un fenomeno relazionale subdolo e spesso doloroso, in cui una persona viene tenuta "in panchina", mantenuta in una sorta di limbo emotivo, con promesse e segnali di interesse che non si concretizzano mai in un impegno reale. Questo comportamento può manifestarsi in diversi contesti, dalle relazioni sentimentali a quelle familiari, lasciando chi lo subisce in uno stato di incertezza e frustrazione.
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La tua esperienza è preziosa! Partecipa al nostro breve sondaggio anonimo per aiutarci a comprendere meglio il fenomeno del benching, in particolare nel contesto delle dinamiche familiari. Le tue risposte contribuiranno a far luce su questo tema e a fornire supporto a chi ne è stato vittima. Bastano pochi minuti per fare la differenza. Per partecipare clicca sul link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSc04hFeF1RAMPNW_g5j7my43qVprB64YaoFH_MJ-rYbpx2tMQ/viewform?usp=dialogÂ
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La "panchina" sentimentale
Marco e Giulia si conoscono online. Le loro conversazioni sono intense, piene di promesse di futuri incontri e progetti. Marco si mostra molto interessato, ma quando Giulia propone di vedersi, lui trova sempre una scusa: "Sono impegnato con il lavoro", "Devo andare a trovare un amico fuori città ", "Ho un problema familiare". Giulia si sente confusa e frustrata, si chiede se Marco sia davvero interessato o se la stia solo tenendo "in panchina", pronta per essere richiamata quando gli fa comodo.
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La "panchina" amicale
Luca e Sofia sono amici da anni. Sofia si sente sempre disponibile per Luca, lo ascolta, lo supporta, lo aiuta quando ne ha bisogno. Ma quando Sofia ha bisogno di lui, Luca è spesso assente o distratto. Non risponde ai suoi messaggi, annulla gli appuntamenti all'ultimo minuto, sembra sempre avere di meglio da fare. Sofia si sente svalutata e invisibile, come se Luca la tenesse "in panchina", pronta per essere usata quando gli serve, ma non degna della sua piena attenzione.
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La "panchina" professionale
Anna è una giovane professionista ambiziosa. Il suo capo, Paolo, le promette spesso opportunità di crescita e responsabilità maggiori. Le affida compiti interessanti, la elogia pubblicamente, le fa sentire parte del team. Ma quando Anna chiede un aumento di stipendio o una promozione, Paolo la rimanda, dicendo che "non è ancora il momento" o che "ci sono altre priorità ". Anna si sente demotivata e sfruttata, come se Paolo la tenesse "in panchina", pronta per essere utilizzata per il suo talento, ma non degna di un riconoscimento concreto.
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La "panchina" familiare
Elena è la figlia di mezzo in una famiglia di tre figli. I suoi genitori tendono a concentrarsi maggiormente sul figlio maggiore, ritenuto un modello di successo, e sulla figlia minore, considerata la "piccola di casa" bisognosa di protezione. Elena, invece, si sente spesso trascurata. I suoi successi vengono minimizzati, le sue difficoltà ignorate. Quando cerca di parlare con i genitori dei suoi sentimenti, loro la liquidano dicendo che è "troppo sensibile" o che "deve imparare a farsi valere". Elena si sente invisibile e non amata, come se fosse tenuta "in panchina", pronta per essere considerata solo quando fa comodo alla dinamica familiare.
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Ti riconosci in una di queste storie? Ti senti "in panchina", in attesa di un segnale che non arriva mai? L'AIPC (Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia) è qui per aiutarti.
Il "benching" può causare profonde ferite emotive, lasciandoti con un senso di confusione, frustrazione e insicurezza. Non devi affrontare tutto questo da solo.
Contattaci al 3924401930 (anche WhatsApp) tutti i giorni dalle 12:00 alle 16:00 per un colloquio e un percorso personalizzato.
I nostri esperti ti aiuteranno a:
- Comprendere le dinamiche del "benching"
- Riconoscere i segnali di allarme
- Gestire le emozioni negative
- Rafforzare la tua autostima
- Imparare a stabilire relazioni sane e appaganti
Non permettere al "benching" di definire la tua vita. Prendi il controllo e costruisci relazioni basate sul rispetto e la reciprocità .
AIPC: insieme per superare il "benching" e ritrovare il tuo benessere emotivo.
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