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La serie TV "Medusa: Compagni di trauma" offre uno spunto di riflessione profondo sulle dinamiche familiari disfunzionali e sull'impatto a lungo termine dei traumi infantili. Il personaggio di Barbara incarna la complessità di queste dinamiche, con un background segnato da conflitti genitoriali, manipolazione e tradimento (Calzone, Lattanzi, 2025).
Dinamiche familiari disfunzionali e trauma
La storia di Barbara mette in luce come i conflitti genitoriali irrisolti e la manipolazione emotiva possano creare un ambiente traumatico per un bambino. La finta patologia della madre e il tentativo di suicidio, insieme alla manipolazione del padre, creano un clima di confusione e insicurezza, in cui la realtà viene distorta e la fiducia minata (Calzone, Lattanzi, 2025).
La frase "confondi e regna" riassume perfettamente la strategia del padre, che utilizza la manipolazione per mantenere il controllo sulla famiglia. L'allontanamento della madre, rinchiusa in un manicomio, rappresenta un ulteriore trauma per Barbara, che si sente abbandonata e tradita.
L'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia offre supporto specializzato in psicotraumatologia d'emergenza e prevenzione delle disfunzionalità individuali e relazionali. Un'équipe di professionisti è pronta ad ascoltarti e ad aiutarti a superare le tue difficoltà.
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Trasmissione intergenerazionale del trauma
Il tradimento materno ha un impatto profondo su Barbara, che interiorizza il senso di abbandono e la difficoltà a fidarsi degli altri. La trasmissione intergenerazionale del trauma è un fenomeno ben documentato in psicologia, in cui i modelli di comportamento e le ferite emotive vengono trasmessi di generazione in generazione (Calzone, Lattanzi, 2025).
Elaborazione del trauma e guarigione
Per Barbara, il percorso di guarigione passa attraverso l'elaborazione dei ricordi traumatici e la riconciliazione con la bambina che è stata. Il ruolo dei funghi allucinogeni, può essere interpretato come una metafora del viaggio interiore di Barbara, un viaggio in cui esplora le profondità della sua psiche per affrontare i suoi demoni interiori.
Il concetto di "compagni di trauma" espresso da Barbara in "Medusa va ben oltre la semplice condivisione di esperienze negative. Rappresenta una forma di legame profondo, basato sulla comprensione reciproca e sull'empatia che solo chi ha vissuto traumi simili può offrire (Calzone, Lattanzi, 2025).
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Ecco alcuni aspetti chiave di questo concetto:
Comprensione profonda:
· Gli "compagni di trauma" si comprendono a un livello che va oltre le parole. Condividono un linguaggio non verbale, fatto di sguardi, silenzi e sottintesi, che permette loro di sentirsi compresi e accettati senza bisogno di spiegazioni.
· Riconoscono e validano le emozioni altrui, senza giudizio o minimizzazione.
Validazione delle esperienze:
· In un mondo che spesso tende a minimizzare o negare il trauma, gli "amici di trauma" offrono uno spazio sicuro in cui le esperienze possono essere validate e riconosciute.
· Si sentono meno soli e meno "pazzi" nel condividere le loro storie, sapendo che gli altri hanno vissuto esperienze simili.
Sostegno reciproco:
· Gli "amici di trauma" si sostengono a vicenda nel percorso di guarigione, offrendo un aiuto pratico ed emotivo.
· Si incoraggiano a vicenda a superare le difficoltà, a sviluppare nuove strategie di coping e a ricostruire la propria vita.
Senso di appartenenza:
· Il gruppo degli "amici di trauma" diventa una sorta di famiglia allargata, un luogo in cui sentirsi accettati e amati per quello che si è.
· Offre un senso di appartenenza a chi si è sentito a lungo escluso e isolato.
In sintesi, la frase di Barbara esprime la ricerca di un legame autentico e profondo, basato sulla condivisione di esperienze traumatiche. Un legame che permette di sentirsi compresi, validati e sostenuti nel percorso di guarigione.
Rubrica Delitti Familiari mese di febbraio 2025, per dati e statistiche clicca sul link: https://www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it/articoli/post/193804/rubrica-aipc:-delitti-familiari-mese-di-febbraio-2025
Elena e l'eredità del silenzio
Elena è una donna di mezza età che ha sempre sentito un vuoto interiore, un senso di disagio che non riesce a spiegare. Crescendo, ha notato che sua madre era emotivamente distante, spesso assente e immersa nei suoi pensieri. Solo in età adulta, Elena scopre che sua nonna, la madre di sua madre, era stata rinchiusa in un istituto psichiatrico per anni, a causa di una depressione non diagnosticata e di un matrimonio infelice.
La storia di sua nonna getta nuova luce sul comportamento di sua madre, rivelando un modello di trauma e isolamento che si è trasmesso di generazione in generazione. Elena inizia a frequentare un gruppo di sostegno per persone con storie familiari di trauma, dove trova conforto e comprensione. Inizia un percorso di auto-scoperta, esplorando la sua storia familiare e cercando di rompere il ciclo del silenzio e dell'isolamento.
Marco e la ricerca di una nuova famiglia
Marco è un giovane uomo che ha trascorso la sua infanzia in case famiglia, dopo che i suoi genitori, entrambi tossicodipendenti, hanno perso la custodia. Crescendo, Marco ha sviluppato una profonda sfiducia negli altri e una difficoltà a stabilire relazioni significative. Si sente costantemente alla ricerca di un senso di appartenenza, di una "famiglia" che non ha mai avuto.
Un giorno, Marco incontra un gruppo di persone che hanno vissuto esperienze simili alla sua. Insieme, creano una sorta di "famiglia adottiva", un legame basato sulla comprensione reciproca e sul sostegno. Insieme, affrontano i loro traumi passati, imparando a fidarsi di nuovo e a costruire relazioni sane. Marco scopre che la famiglia non è solo un legame di sangue, ma anche un legame di condivisione e di amore.
Entrambe le storie evidenziano come il trauma possa plasmare le nostre vite e le nostre relazioni, ma anche come la guarigione sia possibile attraverso la comprensione, il sostegno e la creazione di nuovi legami.
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Frasi significative
"Il trauma non è ciò che ti accade, ma ciò che accade dentro di te come risultato di ciò che ti è accaduto." (Gabor Maté)
"Il passato non è morto. Non è nemmeno passato." (William Faulkner)
"La ferita è il luogo da cui entra la luce." (Rumi)
Riferimenti bibliografici
- Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia. www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it
- Calzone, Lattanzi, (2025) Risonanza Traumatica Interpersonale. AIPC.
- Van der Kolk, B. A. (2014). The body keeps the score: Brain, mind, and body in the healing of trauma. Viking.
- Herman, J. L. (1992). Trauma and recovery. BasicBooks.
- Mate, G. (2008). In the realm of hungry ghosts: Close encounters with addiction. Knopf Canada.