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La Psicotraumatologia Relazionale enfatizza l'importanza della sintonia affettiva e della presenza responsiva del genitore come pilastri per la costruzione di un attaccamento sicuro e per lo sviluppo di una sana regolazione emotiva nel bambino. Quando il genitore è costantemente distratto da notifiche, e-mail o contenuti digitali, si crea una disconnessione nel flusso relazionale. Questa interruzione, apparentemente banale, può essere percepita dal bambino come un'esperienza di abbandono emotivo. Il bambino, che ha nel genitore il suo orizzonte primario e la sua "fune" di sicurezza, sperimenta un'invisibilità che può generare un senso di insignificanza e precarietà.
Il cervello infantile, in piena fase di sviluppo, è altamente sensibile ai segnali di disponibilità e sintonizzazione da parte del caregiver. Interruzioni frequenti e imprevedibili, anche se di breve durata, possono attivare nel bambino risposte di stress, aumentando i livelli di cortisolo e compromettendo la sua capacità di sviluppare strategie di coping efficaci. A lungo termine, questa esposizione a un ambiente relazionale cronicamente frammentato può predisporre il bambino a disturbi come ansia, iperattività e depressione, come evidenziato da studi recenti citati dal professor Claudio Mencacci e dall'Università di Pavia. Il vuoto generato da questa assenza di sguardo e ascolto può diventare un abisso in cui il bambino rischia di sprofondare, privo di quella "terra" emotiva che dovrebbe sostenerlo.
Casistica: Due Scenari di Tecnoferenza.
Per illustrare l'impatto della Tecnoferenza, analizziamo due casi emblematici, in linea con i principi della Psicotraumatologia Relazionale.
Caso 1: Luca e la Disconnessione Silenziosa
Luca, un bambino di 4 anni, sta costruendo una torre con i suoi mattoncini, entusiasta di mostrare la sua creazione alla madre. La mamma, seduta accanto a lui sul tappeto, tiene in mano il suo smartphone, impegnata a scorrere il feed dei social media. Luca, con gli occhi che brillano, cerca il suo sguardo: "Guarda mamma, che torre alta ho fatto!". La mamma alza lo sguardo per un istante, accenna un sorriso distratto e risponde con un "Bravo tesoro", per poi tornare immediatamente allo schermo. Luca, inizialmente pieno di energia, abbassa la torre, si rannicchia su sé stesso e inizia a giocare da solo, in silenzio.
Analisi Psicotraumatologica Relazionale: In questo scenario, l'interruzione non è fisica, ma emotiva. La madre è presente fisicamente, ma assente a livello relazionale. Luca sperimenta un micro-trauma da invisibilità. La sua ricerca di connessione e validazione viene frustrata da un'attenzione fugace e non autentica. Questa ripetuta esperienza di disconnessione può portare Luca a internalizzare il messaggio di non essere sufficientemente interessante o importante da meritare la piena attenzione della madre. A lungo termine, ciò può compromettere la sua autostima e la sua capacità di stabilire relazioni significative, sviluppando magari pattern di ritiro o ricerca compulsiva di attenzione. Il suo mondo interiore, che dovrebbe essere rispecchiato e validato dal genitore, rimane inesplorato e incompreso.
Caso 2: Sofia e l'Angoscia dell'Interruzione
Sofia, una bambina di 7 anni, sta raccontando con fervore al sua papà la giornata trascorsa a scuola, un episodio particolarmente importante per lei. Il papà la ascolta, ma ad un certo punto il suo smartphone vibra con una notifica. Il papà istintivamente lo prende, controlla il messaggio e risponde rapidamente. Sofia si interrompe nel racconto, le sue parole si bloccano. Aspetta con impazienza che il papà termini, ma quando lui alza nuovamente lo sguardo, l'attenzione di Sofia è già svanita. Il racconto riprende con meno entusiasmo, o non riprende affatto.
Analisi Psicotraumatologica Relazionale: Sofia sperimenta un micro-trauma da frammentazione dell'interazione. L'interruzione inattesa e l'orientamento dell'attenzione del genitore verso il dispositivo esterno generano in lei un senso di angoscia e incertezza. Il suo bisogno di essere ascoltata e compresa viene interrotto bruscamente, inviandole il messaggio che ciò che sta dicendo non è prioritario. Questa interruzione ripetuta può minare la sua fiducia nella disponibilità del genitore, portandola a sviluppare un senso di insicurezza nell'esprimere le proprie emozioni e pensieri. Potrebbe imparare a sopprimere i propri bisogni comunicativi o a manifestare comportamenti di richiesta di attenzione più intensi, nel tentativo di ripristinare la connessione persa. A livello neurobiologico, l'ansia generata da queste interruzioni può avere un impatto negativo sulla regolazione emotiva e sulla capacità di concentrazione.
Amare non è un click: il Tempo Essenziale dell'Infanzia
La Psicotraumatologia Relazionale ci insegna che l'amore, l'attenzione e la presenza non possono essere surrogati dalla tecnologia. Il "tempo della vita", quello autentico e profondo che si costruisce nella relazione genitore-figlio, è un tempo sacro che non può essere sacrificato sull'altare delle notifiche e dei contenuti digitali. Le "sirene" della tecnologia sono potentemente programmate per catturare la nostra attenzione, ma è nostra responsabilità, come genitori, resistere a queste distrazioni e proteggere la qualità delle interazioni con i nostri figli.
Il processo di formazione di noi stessi come genitori e dei nostri figli come individui richiede fatica, concentrazione e un impegno costante. Distrarci ogni tanto è umano, ma dobbiamo farlo per rafforzarci, non per smarrirci nel superfluo. L'infanzia è il nostro futuro, ed è nel presente, nel qui e ora della relazione, che si semina il seme per la loro resilienza emotiva e per la loro capacità di "rimanere in piedi" di fronte alle sfide della vita.
Riflettere su questi aspetti è fondamentale per promuovere un approccio consapevole alla tecnologia e per salvaguardare la salute emotiva delle future generazioni. Quali strategie possiamo adottare per creare spazi di connessione autentica, liberi dalle interferenze digitali?
Senti il Peso della Tecnoferenza Genitoriale? Non Sei Sola/o.
Se leggendo queste parole ti sei riconosciuto/a nelle dinamiche della tecnoferenza genitoriale, se senti che la tecnologia sta sottraendo tempo ed energia preziosi alla relazione con i tuoi figli, e se percepisci che questo può avere un impatto sul loro benessere emotivo, sappi che non sei solo/a. Riconoscere queste difficoltà è il primo, fondamentale passo verso il cambiamento.
L'Associazione Italiana di Psicotraumatologia Clinica (A.I.P.C.) e il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale di Pescara e Roma offrono supporto e accompagnamento ai genitori che desiderano ricostruire una connessione autentica e profonda con i propri figli. I nostri professionisti volontari sono qui per ascoltarti, comprendere le tue sfide e fornirti strumenti concreti per navigare la complessità del rapporto con la tecnologia e riscoprire la bellezza di una genitorialità presente e sintonizzata.
Non lasciare che le distrazioni digitali compromettano il futuro emotivo dei tuoi figli. Contattaci per un primo confronto: siamo qui per aiutarti a ritrovare il filo della relazione e a costruire un legame che nutra e protegga.
Non esitare, contattaci per ritrovare la tua serenità.
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