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Anatomia di un collasso relazionale: oltre il dato. Report ONOF (settimana 17-23 luglio 2025)

28/07/2025 14:21

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Anatomia di un collasso relazionale: oltre il dato. Report ONOF (settimana 17-23 luglio 2025)

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Introduzione: leggere oltre la superficie del crimine

L'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) è il pilastro analitico dell'AIPC, uno strumento di precisione forgiato per decodificare la grammatica della violenza in Italia. La sua forza risiede in un approccio che demolisce i confini del "delitto familiare", estendendo l'analisi a ogni legame in cui la relazione stessa diventa il movente. 

Questa visione è potenziata dalla sinergia con il CIPR (Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale), la cui lente clinica ci permette di vedere ciò che i numeri da soli non possono mostrare: come i traumi irrisolti diventino il terreno fertile per la catastrofe.

 

Questi numeri sono solo la superficie. La rubrica settimanale dell'ONOF, curata da figure esperte come la Dott.ssa Tiziana Calzone, il Dott. Salvatore Ciriaco Maccioni e il Dott. Massimo Lattanzi, scava in profondità, come dimostrato nell'analisi della settimana dal 17 al 23 luglio 2025. Ogni variabile di vittima e autore viene scomposta attraverso la lente della psicotraumatologia relazionale. Le fonti sono giornalistiche e non istituzionali.

Dati Prevalenti della Settimana (17-23 Luglio 2025)

In questa settimana, il profilo della violenza letale relazionale emerge con una chiarezza sconcertante, confermando il pattern del femminicidio.

  • Profilo della Vittima: Donna (67%), 36-53 anni (67%), uccisa dal Partner (67%) nel Centro Italia (67%).
  • Profilo dell'Autore: Uomo (100%), 36-53 anni (67%), Partner della vittima (67%), nel Centro Italia (67%).
  • Arma Utilizzata: Un mix che indica una rabbia esplosiva: aggressione fisica (33%), arma impropria (33%), arma da fuoco (33%).

 

Analisi dettagliata dei profili

 

Profilo della Vittima: Analisi delle variabili

  • Genere: Donna (67%)
    • Commento: Questo dato conferma che, nel contesto della violenza di coppia, il rischio di esito letale è drammaticamente sbilanciato a sfavore delle donne. Dal punto di vista psicotraumatologico, la donna non viene colpita casualmente, ma in quanto simbolo di un'autonomia che l'autore percepisce come un tradimento intollerabile. La sua identità di genere, legata a un desiderio di libertà e autodeterminazione, diventa il vero bersaglio della violenza.
  • Età: 36-53 anni (67%)
    • Commento: Questa fascia d'età è cruciale. Corrisponde a un periodo della vita di piena maturità, in cui spesso si fanno bilanci e si prendono decisioni importanti, inclusa la scelta di porre fine a una relazione insoddisfacente o abusiva. Per l'autore, la decisione della partner di "cambiare vita" in questa fase viene vissuta come un affronto personale e una minaccia diretta al proprio status quo, agendo da detonatore per la violenza.
  • Familiarità con l’autore: Partner (67%)
    • Commento: Questa è la variabile più tragica. Rivela che il luogo di massimo pericolo per la vittima non è lo spazio pubblico, ma il santuario della sua vita intima. La relazione, che dovrebbe essere fonte di cura e sicurezza (attivazione del sistema della CURA di Panksepp), si è trasformata in una trappola mortale. Il legame di attaccamento è diventato patologico, un terreno dove il controllo prende il posto dell'affetto.
  • Distribuzione geografica: Centro (67%)
    • Commento: Sebbene questo dato abbia primariamente una valenza statistica, dimostra che il femminicidio è un fenomeno trasversale che non conosce barriere geografiche o socio-economiche. La concentrazione in una specifica area in una data settimana può indicare fattori contingenti, ma la dinamica psicologica sottostante rimane universale: un collasso relazionale che trascende il contesto culturale specifico.
  • Arma utilizzata (subita): Aggressione fisica, arma impropria, arma da fuoco (33% per ogni categoria)
    • Commento: Dal punto di vista della vittima, questa diversificazione delle armi descrive il caos e l'imprevedibilità dell'aggressione finale. La violenza subita è esplosiva, non necessariamente premeditata nei dettagli, ma scatenata da una furia incontenibile. Il corpo della donna diventa il campo di battaglia su cui l'autore scarica tutta la sua rabbia, utilizzando ciò che ha a disposizione per annientare la fonte del suo dolore.

 

Se preferisci sfogliare l’ebook della rubrica settimanale, scaricalo e leggerlo quando vuoi. Clicca su  Report ONOF (settimana 17-23 luglio 2025)

 

Profilo dell'Autore: Analisi delle variabili

  • Genere: Uomo (100%)
    • Commento: Un dato assoluto che impone una riflessione. La psicotraumatologia relazionale evidenzia come, in alcuni uomini, l'incapacità di elaborare il dolore emotivo e la ferita dell'abbandono sia legata a modelli di maschilità tossica. La vulnerabilità viene percepita come una debolezza inaccettabile e viene "convertita" in rabbia e violenza. L'atto omicida diventa una terribile e distorta dimostrazione di potere per mascherare un profondo senso di impotenza.
  • Età: 36-53 anni (67%)
    • Commento: Questa fascia d'età, speculare a quella della vittima, è spesso un momento di bilanci anche per l'uomo. Un'eventuale crisi personale o professionale può rendere la fine di una relazione ancora più insopportabile, in quanto viene vissuta come l'ennesimo fallimento o l'ultima umiliazione. La partner che se ne va non porta via solo la relazione, ma anche il suo ruolo di "ancora" e il suo status sociale.
  • Familiarità con la vittima: Partner (67%)
    • Commento: Dal suo punto di vista, la partner non è un individuo separato con una propria volontà, ma un'estensione del proprio sé, un oggetto di possesso. La sua incapacità di concepire la partner come altro da sé rende la separazione un'esperienza di amputazione. L'omicidio è il tentativo estremo di negare questa separazione, riaffermando un controllo totale e definitivo attraverso l'annientamento fisico.
  • Distribuzione geografica: Centro (67%)
    • Commento: Come per la vittima, questo dato localizza geograficamente l'evento, ma sottolinea che le dinamiche psicologiche che armano la mano dell'autore – come il terrore dell'abbandono e la rabbia narcisistica – sono universali e non confinate a una specifica cultura locale.
  • Arma utilizzata: Aggressione fisica, arma impropria, arma da fuoco (33% per ogni categoria)
    • Commento: Questa è la manifestazione esterna del caos psicologico dell'autore. L'uso delle mani ("aggressione fisica") o di un oggetto a portata di mano ("arma impropria") indica un'esplosione di rabbia talmente intensa da bypassare ogni filtro cognitivo (un "sequestro emotivo"). È la prova di un crollo delle funzioni esecutive, dove il sistema della RABBIA di Panksepp prende il controllo totale, finalizzato unicamente alla distruzione.

 

Conclusione: spezzare il ciclo, prima che sia tardi

L'analisi di questa settimana non è solo un esercizio statistico, ma un avvertimento. Se parole come "controllo", "possesso", "gelosia" e "paura" definiscono la tua relazione, stai vivendo il prologo di una potenziale tragedia.

La nostra missione è intervenire prima dell'epilogo. L'ONOF fornisce la mappa, l'analisi che rende visibili i segnali di pericolo e risponde alla domanda: "Quello che vivo è una dinamica di violenza?". Il CIPR offre la via d'uscita. A Pescara e Roma, i nostri specialisti aiutano a disinnescare la bomba emotiva, lavorando sulle ferite del trauma per ricostruire sicurezza e autonomia. Rispondono alla domanda: "Come posso salvarmi?".

 

Il silenzio uccide. La parola salva. Non aspettare che la situazione precipiti. Che tu sia una vittima che cerca una via di fuga, o un uomo che si riconosce in questa rabbia e vuole fermarsi, chiedi aiuto.

  • Email per un contatto sicuro: aipcitalia@gmail.com
  • WhatsApp per un primo passo: 3924401930
  • Per approfondire: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it

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