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Analisi di "Untamed": Il lutto selvaggio e la via della guarigione relazionale

27/07/2025 16:05

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Analisi di "Untamed": Il lutto selvaggio e la via della guarigione relazionale

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Analisi di "Untamed": Il lutto selvaggio e la via della guarigione relazionale

La miniserie "Untamed" ci immerge in una natura maestosa che diventa il palcoscenico di un dramma interiore devastante. L'indagine poliziesca è solo un pretesto narrativo per esplorare il vero mistero: come si sopravvive alla perdita di un figlio e alla conseguente disgregazione del legame di coppia? Attraverso la lente della Psicotraumatologia Relazionale, approccio scientifico del CIPR (Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale), possiamo decodificare il dolore dei protagonisti e intravedere un possibile percorso di guarigione.

 

La lente della psicotraumatologia relazionale del CIPR

Il CIPR non legge la tragedia di Kyle e della sua ex moglie semplicemente come un "lutto", ma come un trauma relazionale complesso. La morte del figlio è l'evento scatenante che fa detonare un sistema già vulnerabile, agendo come un "trauma organizzatore" che ridefinisce l'identità, le relazioni e la percezione del mondo.

La Disgregazione del "Noi": La perdita di un figlio è l'attacco più violento al "noi" di una coppia. L'incapacità di Kyle e della moglie di co-regolare il proprio dolore, di essere un porto sicuro l'uno per l'altra, li ha gettati in due mondi di sofferenza paralleli e incomunicabili. Questa rottura della sintonizzazione affettiva è il nucleo del trauma relazionale: il partner non è più una fonte di conforto, ma uno specchio del proprio fallimento e del proprio dolore.

 

Sistemi Emotivi in Tilt: Il comportamento dei protagonisti può essere letto attraverso la modulazione dei sistemi emotivi primari.

Kyle è dominato da un'iper-attivazione dei sistemi di minaccia (PAURA, RABBIA), che proietta all'esterno nella sua caccia ossessiva ai criminali. Allo stesso tempo, mostra una drammatica ipo-attivazione dei sistemi pro-sociali (CURA, GIOCO): è incapace di prendersi cura di sé e degli altri a livello emotivo, e ha perso ogni capacità di provare gioia o leggerezza. La sua fuga nel lavoro e nell'alcol è una forma di dissociazione, un tentativo di anestetizzare un dolore intollerabile.

La moglie manifesta il suo dolore in modo diverso ma ugualmente traumatico. La sua rabbia e il suo risentimento sono l'espressione di un sistema di PANICO/TRISTEZZA sopraffatto. Il suo senso di colpa come madre si intreccia con l'impotenza, trasformandosi in un'accusa costante verso l'ex partner, l'unico bersaglio tangibile di una sofferenza senza nome.

 

Il Protocollo Terapeutico del CIPR in casi simili

Per una persona come Kyle, o per una coppia devastata da un trauma simile, il CIPR applicherebbe un protocollo terapeutico strutturato, volto non a "cancellare" il dolore, ma a integrarlo in una nuova narrazione di vita.

Fase 1: Stabilizzazione e Sicurezza Psico-corporea. Il primo passo non è parlare del trauma, ma creare sicurezza. Si lavora per calmare il sistema nervoso in iper-attivazione attraverso tecniche di grounding, di regolazione del respiro e di biofeedback. Si fa psicoeducazione, spiegando al paziente come il trauma ha "dirottato" il suo corpo e la sua mente. Per Kyle, significherebbe imparare a "sentire" il proprio corpo non come un nemico da anestetizzare, ma come un alleato.

Fase 2: Elaborazione del Trauma Relazionale. Una volta raggiunta una stabilità di base, si può iniziare a toccare il nucleo del trauma. Non si tratta solo di rievocare la perdita, ma di elaborare le memorie relazionali ad essa connesse: il senso di colpa per non aver protetto il figlio, la rabbia verso il partner, le parole non dette. Si lavora per desensibilizzare i ricordi e le emozioni dolorose, permettendo al cervello di archiviare l'evento come "passato" e non come una minaccia presente e costante.

Fase 3: Integrazione e Riconnessione. Questa è la fase della ricostruzione. Si aiuta la persona a ridefinire la propria identità: "Sono un padre che ha perso un figlio, ma non sono solo questo". Si lavora sul perdono (verso sé stessi e verso l'altro) e sulla possibilità di riconnettersi con gli altri in modo autentico. Per la coppia, questo potrebbe significare trovare un modo nuovo di essere genitori di quel figlio che non c'è più, onorandone la memoria senza rimanerne prigionieri. L'obiettivo è passare da una vita dominata dalla sopravvivenza a una vita in cui sia di nuovo possibile provare un senso di vitalità e progettualità.

 

Quando il dolore diventa selvaggio: un invito a chiedere aiuto

Le storie come quella di "Untamed" ci toccano perché parlano un linguaggio universale: quello della perdita, della colpa e della solitudine. Se ti sei riconosciuto nel tormento di Kyle, nella sua fuga dal dolore o nella rabbia della sua ex moglie, sappi che non sei solo e che non devi affrontare tutto questo in silenzio.

L'estate, con la sua apparente spensieratezza e le sue lunghe giornate, può diventare un periodo particolarmente delicato per chi soffre. Il contrasto tra il proprio buio interiore e la luce esterna può amplificare i sentimenti di isolamento e disperazione.

Non permettere che il tuo dolore diventi "selvaggio" e incontrollabile. Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR), con le sue sedi di Pescara e Roma, rimane operativo anche durante il periodo estivo per offrirti un ascolto competente e un percorso specialistico. È possibile trasformare la ferita in una cicatrice, integrarla nella propria storia e tornare a vivere.

 

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