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Anatomia di una strage: omicidi familiari, femminicidio e maschicidio nel I semestre 2025

25/07/2025 20:13

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Anatomia di una strage: omicidi familiari, femminicidio e maschicidio nel I semestre 2025

Anatomia di una strage: omicidi familiari, femminicidio e maschicidio nel I semestre 2025A cura di: Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) -

Anatomia di una strage: omicidi familiari, femminicidio e maschicidio nel I semestre 2025

A cura di: Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) - Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC/CIPR)

 

Abstract

Obiettivo: Il presente studio si propone di analizzare e delineare i profili socio-demografici e relazionali delle vittime di omicidio consumato in ambito familiare in Italia, con un'analisi comparativa basata sul genere.

 

Metodologia: È stata condotta un'analisi qualitativa e quantitativa su un campione di N=95 casi di omicidio avvenuti nel primo semestre del 2025. I dati sono stati raccolti attraverso il monitoraggio di fonti aperte (testate giornalistiche online e cartacee) e non da fonti istituzionali. Le variabili esaminate includono il genere e l'età della vittima, il grado di familiarità con l'autore e il tipo di arma utilizzata.

 

Risultati: Il campione è costituito da 48 vittime di sesso maschile (51%) e 47 di sesso femminile (49%). L'analisi ha rivelato l'esistenza di due profili vittimologici distinti e statisticamente significativi. Le vittime di femminicidio (donne) sono uccise prevalentemente dal partner (55%) o dall'ex partner (11%). Le vittime di maschicidio (uomini) sono invece uccise in maggioranza da conoscenti (60%) o da altri parenti (27%). Per entrambi i generi, la fascia d'età più colpita è quella 36-53 anni e l'arma più utilizzata è quella da taglio.

 

Conclusioni: I risultati evidenziano una netta dicotomia nelle dinamiche degli omicidi familiari. La violenza contro le donne si configura principalmente come violenza del partner, mentre quella contro gli uomini emerge prevalentemente da conflitti sociali. Tale biforcazione si riflette in una risposta legislativa asimmetrica, con l'introduzione di una norma specifica per il femminicidio, lasciando al contempo aperta la questione su strategie mirate per il maschicidio.

 

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1. Introduzione

Gli omicidi che si consumano all'interno della cerchia familiare e relazionale rappresentano un fenomeno complesso che richiede un'analisi costante e approfondita. Comprendere le dinamiche, i profili ricorrenti e i contesti in cui maturano tali eventi è fondamentale per sviluppare strategie di prevenzione e intervento efficaci. Il presente lavoro, condotto dall'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) e del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR), analizza i dati relativi al primo semestre del 2025 per offrire un quadro aggiornato di questo fenomeno in Italia, distinguendo le caratteristiche delle vittime in base al genere.

 

2. Metodologia

Lo studio si basa su un campione di N=95 vittime di omicidio consumato in un contesto definito come "familiare" (includente partner, ex partner, parenti e conoscenti), registrati in Italia tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2025.

È fondamentale sottolineare la natura della fonte dei dati: i casi sono stati sistematicamente raccolti e analizzati a partire da fonti giornalistiche aperte (testate nazionali e locali, agenzie di stampa) e non da archivi istituzionali. Sebbene questo metodo consenta un monitoraggio tempestivo, implica che le informazioni disponibili sono quelle filtrate dalla cronaca giornalistica. Le variabili estratte per ogni caso includono: genere della vittima, età della vittima, relazione con l'autore e arma utilizzata.

 

3. Risultati

Dal campione di 95 vittime, 48 (51%) sono uomini e 47 (49%) sono donne. L'analisi dei profili rivela due modelli vittimologici distinti.

3.1 Il Profilo della Vittima di Femminicidio (Donna)

L'analisi dei dati per le vittime di sesso femminile delinea un profilo in cui la violenza letale proviene quasi esclusivamente dalla sfera affettiva. Il grado di familiarità con l'autore indica che il 55% delle vittime (26 su 47) è uccisa dal proprio partner, a cui si aggiunge un ulteriore 11% (5 donne) per mano dell'ex partner. Sommando i dati, si evince che due terzi della mortalità femminile in questo contesto è direttamente legata a una relazione di coppia attuale o passata. I parenti sono responsabili del 23% dei casi (11 donne), mentre i conoscenti rappresentano una quota minoritaria dell'11% (5 donne). Il profilo prevalente è dunque quello di una donna di età compresa tra i 36 e i 53 anni (fascia più colpita con il 28% dei casi), la cui morte avviene per mano del compagno e, nella maggior parte dei casi, con un'arma da taglio (arma più usata nel 44% del totale degli omicidi).

3.2 Il Profilo della Vittima di Maschicidio (Uomo)

Per le vittime di sesso maschile, la dinamica si inverte. Il pericolo principale non risiede nella relazione di coppia, ma nella cerchia sociale. Ben il 60% delle vittime maschili (29 su 48) viene ucciso da conoscenti, in contesti spesso legati a liti, dissidi o altre forme di conflitto interpersonale. A questo dato si aggiunge un significativo 27% di omicidi commessi da parenti (13 uomini). La violenza da parte della partner è responsabile del 13% dei casi (6 uomini), mentre nessun uomo è stato ucciso da una ex partner nel periodo in esame. Il profilo tipico è quello di un individuo tra i 36 e i 53 anni (fascia di età più colpita con il 38%), assassinato da un conoscente e, anche in questo caso, prevalentemente con un'arma da taglio.

 

4. Discussione

I risultati confermano l'esistenza di una marcata dicotomia nelle dinamiche degli omicidi familiari e relazionali in Italia. Sebbene alcune variabili come la fascia d'età prevalente e l'arma utilizzata mostrino delle sovrapposizioni, la natura del legame tra vittima e autore rappresenta il fattore di differenziazione più significativo. La violenza letale contro le donne si configura primariamente come una violenza del partner, un atto che si consuma all'interno della dimensione affettiva e che può essere interpretato come l'esito estremo di dinamiche di possesso e controllo. Al contrario, la violenza letale contro gli uomini emerge con maggiore frequenza da contesti di conflitto sociale esterno alla coppia, suggerendo una genesi legata a dispute interpersonali piuttosto che a dinamiche di intimità.

 

5. Conclusioni e Implicazioni Socio-Legislative

La biforcazione dei profili vittimologici trova un riscontro nell'evoluzione della risposta legislativa e politica, che procede in modo asimmetrico.

Per il femminicidio, la chiara identificazione di una dinamica ricorrente ha portato a una risposta legislativa mirata. L'approvazione al Senato della legge che introduce il reato specifico (art. 577-bis c.p.) è il culmine di un percorso di sensibilizzazione e di riconoscimento della natura di genere di questa violenza. I nostri dati supportano l'urgenza di tale norma: ben 31 delle 47 donne uccise nel semestre (sommando quelle uccise da partner ed ex partner) rientrerebbero in questa nuova fattispecie.

Resta invece aperta e scientificamente rilevante la questione sulla prevenzione del maschicidio. A fronte di un numero di vittime di poco superiore, non si è ancora delineata una strategia di intervento altrettanto specifica. Il dibattito politico attuale suggerisce approcci più generali, come il rafforzamento della sicurezza pubblica o l'applicazione delle aggravanti esistenti (es. futili motivi). Sebbene validi, tali approcci non si focalizzano sulla specificità del fenomeno. Appare dunque cruciale interrogarsi su quali politiche mirate possano essere sviluppate per prevenire la mortalità maschile derivante da conflitti sociali e interpersonali, che rappresenta l'altra metà del tragico fenomeno degli omicidi in ambito familiare e relazionale.

 

Conclusioni ed Implicazioni Clinico-Scientifiche

L'analisi statistica dei profili di femminicidio e maschicidio, pur essendo essenziale per dimensionare il fenomeno, descrive l'epilogo di un processo che affonda le sue radici in meccanismi neurofisiologici e psicologici profondi. Una prevenzione realmente efficace non può che partire da qui, intervenendo prima che la violenza si manifesti.

Il comune denominatore che lega ogni omicidio, al di là della specifica dinamica relazionale, è il fallimento catastrofico dei meccanismi di autoregolazione. Il passaggio all'atto violento è quasi sempre l'esito di una tempesta emotiva, una condizione di disregolazione pervasiva sostenuta da uno stato di iper-attivazione del Sistema Nervoso Autonomo (SNA). È questa incapacità di modulare la propria risposta interna di fronte a uno stress percepito (abbandono, rifiuto, conflitto) che conduce alla tragedia.

In questo scenario, i protocolli scientifici avanzati come l'A.I.P.C. Scientific Violence Screening (A.S.V.S.), applicati dal CIPR, rappresentano la frontiera più innovativa per la valutazione e il trattamento. Adottando la lente della psicotraumatologia relazionale, questi protocolli non si limitano a etichettare un comportamento, ma ne ricercano l'origine traumatica. L'approccio si fonda su un assessment integrato, psicodiagnostico e psicofisiologico, che utilizza tecnologie d'avanguardia come il biofeedback. Quest'ultimo si rivela uno strumento potentissimo, non solo per misurare oggettivamente la disregolazione del SNA, ma soprattutto per fornire all'individuo una consapevolezza diretta dei propri stati interni, addestrandolo a una nuova capacità di autoregolazione.

L'implicazione clinico-scientifica è di portata rivoluzionaria: agire direttamente sui circuiti neurofisiologici della violenza permette di superare il solo livello della gestione comportamentale. Significa intervenire alla radice del problema, modificando le risposte automatiche che alimentano il ciclo della violenza. Questo approccio scientifico e mirato costituisce la via più concreta e promettente per ridurre significativamente il rischio di recidiva e per prevenire il passaggio all'atto grave, sia esso diretto contro gli altri o contro se stessi, interrompendo la catena della violenza prima che si compia un'altra strage.

 

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