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Omicidi familiari, 10-16 luglio 2025: Il doppio volto della violenza relazionale – dalla furia dell'ex-partn

21/07/2025 16:03

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Omicidi familiari, 10-16 luglio 2025: Il doppio volto della violenza relazionale – dalla furia dell'ex-partner al conflitto letale tra conoscenti.

L'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) non è semplicemente un dipartimento, ma il pilastro analitico dell'Associazione Italiana di Psicolog

L'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) non è semplicemente un dipartimento, ma il pilastro analitico dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), uno strumento indispensabile per decodificare le complesse dinamiche della violenza letale in Italia. La sua forza risiede in un approccio rivoluzionario che supera i confini tradizionali del "delitto familiare", estendendo l'analisi a ogni legame significativo, dai conoscenti ai partner passati e presenti.

Questa visione è potenziata dalla lente clinica del CIPR (Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale), che permette di indagare come i traumi irrisolti e le dinamiche relazionali disfunzionali diventino il terreno fertile per la violenza.

 

Dati che Rivelano Pattern Drammatici

Sebbene basato su un'attenta analisi di fonti giornalistiche per garantire tempestività, il lavoro dell'ONOF fornisce una prospettiva multidimensionale cruciale. Attraverso l'esame di variabili come genere, distribuzione geografica e armi utilizzate, l'AIPC ha già fatto emergere tendenze drammaticamente chiare. Si conferma un pattern ricorrente e fondamentale da sottolineare:

  • L'uomo è, in percentuale, più di frequente la vittima di omicidi commessi da parenti o conoscenti.
  • La donna è, in percentuale, prevalentemente vittima di persone con cui ha o ha avuto una relazione affettivo-sentimentale.

 

Oltre il Dato: La Prospettiva della Psicotraumatologia

Questi numeri sono solo la superficie. La rubrica settimanale dell'ONOF, curata da figure esperte come la Dott.ssa Tiziana Calzone, la Dott.ssa Giada Colombo e il Dott. Massimo Lattanzi, scava in profondità, come dimostrato nell'analisi della settimana dal 10 al 16 luglio 2025. Ogni variabile di vittima e autore viene scomposta attraverso la lente della psicotraumatologia relazionale.

L'obiettivo è comprendere le radici profonde del gesto omicidiario: le ferite emotive, i conflitti non elaborati e le dinamiche interpersonali patologiche che, se non affrontate, possono portare a esiti tragici. Il contributo del CIPR è essenziale per illuminare questo percorso oscuro, spiegando come il trauma modella i sistemi emotivi e può condurre a una catastrofe relazionale.

In sintesi, la sinergia tra l'analisi statistica di ONOF, l'inquadramento criminologico di AIPC e l'approfondimento clinico del CIPR è cruciale. Questo lavoro congiunto non serve solo a mappare il fenomeno, ma a costruire strategie di prevenzione più efficaci e a offrire un supporto mirato a chiunque si riconosca in queste complesse dinamiche di sofferenza.

 

Rubrica Omicidi Familiari su Modernews online. Ogni lunedì un nuovo appuntamento. Omicidi familiari, 10-16 luglio 2025: Il doppio volto della violenza relazionale – dalla furia dell’ex-partner al conflitto letale tra conoscenti. Per leggere l’articolo cliccate sul link: https://www.modernews.online/47144_omicidi-familiari-10-16-luglio-2025-il-doppio-volto-della-violenza-relazionale-dalla-furia-dellex-partner-al-conflitto-letale-tra-conoscenti/

 

Analisi del Profilo della Vittima

Genere: Donna (50%) e Uomo (50%)

  • Commento Psicocriminologico: La parità di genere nelle vittime non indica un'unica dinamica, ma riflette i due scenari. La vittima donna è quasi certamente associata all'ex-partner (Scenario A), mentre la vittima uomo è collegata al conoscente (Scenario B).
  • Lente Psicotraumatologica: La violenza si manifesta in modo diverso a seconda del legame. Nello Scenario A, la violenza contro la donna è l'esito di un trauma da abbandono e di una ferita narcisistica nell'autore. Nello Scenario B, la violenza contro l'uomo è la conseguenza di un'escalation conflittuale dove il legame sociale si è rotto.

Età: 18-35 (50%) e 72+ (50%)

  • Commento Psicocriminologico: Anche qui, l'età delinea i due profili. Le vittime giovani (18-35) sono tipicamente le donne uccise dall'ex-partner, la cui "colpa" è aver cercato autonomia. Le vittime anziane (72+) sono gli uomini, la cui vulnerabilità fisica o isolamento sociale può averli resi un bersaglio più facile in un conflitto di lunga data.
  • Lente Psicotraumatologica: L'età giovane (18-35) rappresenta una fase di vita di costruzione identitaria e relazionale; l'omicidio interrompe questo percorso ed è spesso l'atto finale di un controllo che non accetta la separazione. L'età anziana (72+) può implicare rigidità relazionali e rancori covati per anni, dove un trauma relazionale antico (un'offesa, un debito, una disputa) non è mai stato elaborato e si riattiva in modo letale.

Familiarità con l’Autore: Ex-Partner (50%) e Conoscente (50%)

  • Commento Psicocriminologico: Questa variabile è il cuore della distinzione. L'ex-partner (Scenario A) agisce in un contesto di intimità violata e possesso. Il conoscente (Scenario B) agisce in un contesto di conflitto sociale, economico o di vicinato che degenera.
  • Lente Psicotraumatologica: L'omicidio da parte dell'ex-partner è l'apice di un trauma relazionale continuativo. L'autore non riesce a processare il lutto della separazione, vivendola come un attacco intollerabile al proprio sé. L'omicidio da parte del conoscente nasce da una rottura del legame di fiducia o rispetto, dove l'altro è de-umanizzato e visto solo come l'ostacolo da eliminare.

Distribuzione Geografica: Nord (50%) e Sud e Isole (50%)

  • Commento Psicocriminologico: La distribuzione equa suggerisce che queste dinamiche non sono legate a un singolo contesto socio-culturale, ma sono trasversali. Potremmo ipotizzare che i femminicidi post-relazionali (Scenario A) e i conflitti tra conoscenti (Scenario B) siano presenti in egual misura su tutto il territorio nazionale.

Arma Utilizzata: Aggressione (50%) e Arma da fuoco (50%)

  • Commento Psicocriminologico: L'arma definisce la psicologia dell'atto. L'aggressione fisica (Scenario A, femicidio) implica un'esplosione di rabbia, un contatto diretto e una perdita totale di controllo. L'arma da fuoco (Scenario B, conflitto tra conoscenti) suggerisce una maggiore distanza psicologica dall'atto, una possibile premeditazione e la volontà di esercitare un potere definitivo e inappellabile.
  • Lente Psicotraumatologica: L'aggressione è l'espressione più primitiva del sistema della RABBIA (Panksepp), spesso attivato da una profonda ferita narcisistica. L'uso dell'arma da fuoco può indicare un tentativo di risolvere un sentimento cronico di impotenza o ingiustizia attraverso un atto di potere assoluto.

 

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Analisi del Profilo dell'Autore

Genere: Uomo (100%)

  • Commento Psicocriminologico: Questo dato è l'elemento unificante e più potente. In entrambi gli scenari, l'autore della violenza letale è un uomo. Questo indica che, al di là del tipo di relazione, la gestione distruttiva del conflitto e del rifiuto è una prerogativa maschile in questi casi.
  • Lente Psicotraumatologica: Evidenzia una fragilità strutturale nella gestione dei traumi relazionali come il rifiuto, l'abbandono o la frustrazione. La violenza diventa una strategia disfunzionale per ristabilire un senso di potere, controllo o onore ferito, quando le capacità di regolazione emotiva e di elaborazione del trauma sono assenti.

Età: 18-35 anni (50%) e 53-71 anni (50%)

  • Commento Psicocriminologico: L'età degli autori si allinea perfettamente con gli scenari. L'autore giovane (18-35) è l'ex-partner che uccide la coetanea. L'autore più anziano (53-71) è il conoscente che uccide la vittima anziana.
  • Lente Psicotraumatologica: L'autore giovane agisce spesso spinto da immaturità emotiva, gelosia possessiva e un'incapacità di concepire la propria identità al di fuori della relazione. L'autore più maturo può agire sulla base di rancori sedimentati, rigidità di pensiero e la sensazione che la propria vita sia stata danneggiata irreparabilmente dal conflitto con la vittima.

 

Sintesi Psicocriminologica

La settimana dal 10 al 16 luglio 2025 presenta due narrazioni tragiche distinte ma ugualmente frequenti:

  1. Il giovane uomo (18-35) che, incapace di elaborare il trauma dell'abbandono da parte della sua ex-partner (18-35), la uccide in un'esplosione di rabbia e con un'aggressione fisica, atto finale di un controllo possessivo.
  2. L'uomo maturo (53-71) che, a seguito di un conflitto irrisolto con un conoscente anziano (72+), decide di porre fine alla disputa in modo definitivo, utilizzando un'arma da fuoco per affermare il proprio potere e risolvere un senso di ingiustizia o frustrazione cronica.

Entrambi i profili, visti con la lente della psicotraumatologia relazionale, rivelano un fallimento nella gestione delle ferite emotive e una drammatica incapacità di regolare i sistemi di minaccia (PAURA, RABBIA), portando a esiti distruttivi.

Conclusione Integrata

Da una prospettiva psicologica, criminologica e psicotraumatologica relazionale, la conclusione è inequivocabile e drammatica: l'omicidio in contesto "familiare" o relazionale non è mai un atto improvviso, ma l'epilogo violento di un collasso interiore ed interpersonale.

Criminologicamente, vediamo pattern distinti, ma psicologicamente emerge un unico motore: l'incapacità dell'autore di gestire la frustrazione, la ferita narcisistica e il sentimento di impotenza.

Dal punto di vista della psicotraumatologia relazionale, l'atto omicidiario rappresenta la tragica "soluzione" a un trauma relazionale intollerabile e non elaborato: che sia il terrore dell'abbandono da parte di un'ex-partner o la rabbia cronica nata da un conflitto insanabile con un conoscente. In entrambi i casi, la violenza diventa l'unica, catastrofica strategia per annientare la fonte di un dolore emotivo che non si è in grado di affrontare.

 

Comprendere per Prevenire, Supportare per Guarire: La Doppia Missione di ONOF e CIPR

Le dinamiche relazionali complesse e gli omicidi familiari sono fenomeni che richiedono un duplice approccio: un'analisi rigorosa per comprendere e una competenza clinica per intervenire e guarire. È qui che l'ONOF e il CIPR diventano due pilastri fondamentali e complementari.

L'ONOF (Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari) è il nostro faro analitico. È l'entità che, all'interno dell'AIPC, studia i dati, identifica i pattern e decodifica le tendenze della violenza relazionale in Italia. Il suo lavoro è cruciale per rispondere alla domanda: "Cosa sta succedendo?". Fornisce la consapevolezza indispensabile per creare strategie di prevenzione efficaci a livello sociale.

 

Il CIPR (Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale) è il nostro braccio operativo e clinico. È il luogo dove la comprensione si trasforma in azione diretta sulla persona. Attraverso percorsi specialistici a Pescara e Roma, i nostri professionisti utilizzano la lente della psicotraumatologia relazionale per affrontare le ferite emotive alla radice della sofferenza. Il suo ruolo è rispondere alla domanda: "Come posso guarire?".

 

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Se ti senti perso/a in dinamiche relazionali distruttive o se cerchi un'analisi approfondita su questi temi, il nostro team è qui per te. Non sei solo/a.

  • Per un supporto clinico e un percorso di guarigione dal trauma relazionale, il CIPR è il tuo punto di riferimento.
  • Per dati, analisi e una maggiore comprensione del fenomeno degli omicidi familiari, l'ONOF è la risorsa che cerchi.

 

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