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La Correlazione Scientifica tra Trauma Infantile, Percezione di "Non Meritarsi l'Amore" e Conseguenze Nelle Re

12/06/2025 18:02

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La Correlazione Scientifica tra Trauma Infantile, Percezione di "Non Meritarsi l'Amore" e Conseguenze Nelle Relazioni Adulte

Esiste una correlazione scientifica riconosciuta tra l'esperienza di traumi nell'infanzia e lo sviluppo di una profonda percezione di "non meritare amore" ...

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Esiste una correlazione scientifica ampiamente riconosciuta tra l'esperienza di traumi nell'infanzia e lo sviluppo di una profonda percezione di "non meritare amore" in età adulta. Questa correlazione è supportata da diverse aree della ricerca psicologica, in particolare quelle relative ai traumi infantili (ACEs - Adverse Childhood Experiences), alla psicotraumatologia relazionale e alle neuroscienze affettive.

 

Impatto del Trauma Infantile sul Senso di Sé e l'Autostima

L'esperienza di traumi durante l'infanzia incide profondamente sulla formazione della persona, plasmando il suo senso di sé, la sua autostima e le sue aspettative riguardo al mondo e alle relazioni.

 

1. Maltrattamento e Abuso (Fisico, Emotivo, Sessuale, Negligenza):

Il maltrattamento e l'abuso comunicano al bambino un messaggio devastante: "Non sei degno di essere trattato con amore e rispetto". Questa internalizzazione porta a una profonda svalutazione di sé. Il bambino può arrivare a credere di essere intrinsecamente "cattivo", "difettoso", "non amabile" o addirittura "responsabile" dell'abuso stesso. Si verifica un'erosione dell'autostima, poiché il bambino, che ha bisogno di specchiarsi positivamente nelle figure di attaccamento, riceve invece riflessi di disprezzo, paura o indifferenza, impedendo lo sviluppo di una solida base di valore personale.

 

2. Trauma Emotivo e Trascuratezza:

Anche in assenza di abusi fisici evidenti, il trauma emotivo e la trascuratezza (fisica ed emotiva) hanno un impatto devastante. Se i bisogni emotivi del bambino vengono costantemente ignorati o invalidati, il bambino impara che le sue emozioni non sono valide o che lui stesso non è degno di attenzione. Questo genera un senso di invisibilità e insignificanza, interiorizzando schemi come "sono indegno di amore" o "i miei bisogni non contano".

 

3. Sviluppo Neurobiologico:

Il trauma cronico e lo stress tossico possono alterare lo sviluppo di aree cerebrali cruciali. L'amigdala, responsabile della rilevazione delle minacce, può diventare iperattiva, portando a stati di ansia e ipervigilanza. L'ippocampo, coinvolto nella memoria e nella regolazione dello stress, può subire alterazioni. La corteccia prefrontale mediale (PFC), cruciale per la regolazione emotiva e il senso di sé, può svilupparsi in modo atipico, manifestandosi in difficoltà nella presa di decisioni, scarsa regolazione emotiva e un senso di sé frammentato. Anche l'asse HPA (Ipotalamo-Ipofisi-Surrene), il principale sistema di risposta allo stress, può disregolarsi, influenzando umore, sonno e memoria. Il trauma infantile, quindi, non è solo un evento psicologico, ma un'esperienza che re-cablare il cervello e modella la persona a un livello fondamentale, instillando un senso di "non meritevolezza" che diventa parte integrante della sua identità.

 

La Psicotraumatologia Relazionale secondo il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia

L'approccio della Psicotraumatologia Relazionale, promosso anche da enti come il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia, pone al centro della sua analisi e del suo intervento il ruolo cruciale delle relazioni precoci e delle figure di attaccamento nello sviluppo del trauma, in particolare del trauma complesso (o trauma dello sviluppo). Non si limita a considerare l'evento traumatico in sé, ma esplora come il trauma si manifesta e viene interiorizzato all'interno del contesto relazionale.

 

Leggi l'articolo pubblicato su modernews dal titolo: Un Faro nella Tempesta: Intervista all’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) e al Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR)

https://www.modernews.online/45738_un-faro-nella-tempesta-intervista-allassociazione-italiana-di-psicologia-e-criminologia-aipc-e-al-centro-italiano-di-psicotraumatologia-relazionale-cipr/

 

Assunti Fondamentali:

Il Trauma come Esito di Relazioni Disfunzionali: La psicotraumatologia relazionale enfatizza come il trauma possa derivare da esperienze relazionali croniche e ripetute di maltrattamento, negligenza emotiva, abuso o dalla presenza di figure di attaccamento spaventate o spaventanti. La relazione che dovrebbe essere fonte di sicurezza diventa essa stessa fonte di paura.

 

L'Attaccamento Disorganizzato come Cuore del Trauma Relazionale: Questo stile di attaccamento si verifica quando il bambino è costretto a confrontarsi con il paradosso insolubile di cercare sicurezza nella stessa figura che è fonte di terrore. Questo porta a comportamenti contraddittori e a una profonda frammentazione del senso di sé e della capacità di autoregolazione emotiva. L'individuo non riesce a costruire un modello operativo interno coerente e sicuro delle relazioni, portando a una persistente difficoltà nel sentirsi amabile e degno di legami stabili.

 

L'Impatto sul Senso di Sé e sulla Narrativa Personale: Il trauma relazionale precoce mina la capacità del bambino di costruire una narrativa coerente della propria vita e del proprio valore. Non avendo mai sperimentato un rispecchiamento positivo e validante, la persona cresce con una storia interna di sé basata sulla vergogna, la colpa e l'indegnità. Questo si traduce direttamente nella convinzione di "non meritare amore", poiché il suo sistema interno ha appreso che le relazioni sono pericolose, inaffidabili o che lui stesso è la causa del dolore.

 

Disregolazione Emotiva e Somatica: Le esperienze traumatiche relazionali alterano profondamente la capacità di regolare le emozioni e le sensazioni corporee. La persona può passare rapidamente da stati di iper-attivazione (ansia, rabbia, panico) a stati di ipo-attivazione (torpore emotivo, dissociazione, depressione), rendendo difficile vivere e mantenere relazioni stabili.

 

Obiettivi Terapeutici: L'intervento mira alla stabilizzazione (aiutare il paziente a gestire l'attivazione traumatica), all'elaborazione del trauma (rielaborare le memorie non integrate a livello cognitivo, emotivo e somatico), alla riparazione delle relazioni interne (costruire nuovi modelli operativi interni funzionali), alla costruzione di nuove narrazioni (riconoscere il proprio valore) e alla riparazione delle capacità relazionali (costruire e mantenere relazioni sane e sicure).

 

Conseguenze Nelle Relazioni Adulte

La percezione di "non meritare amore" e la profonda svalutazione di sé, radicate nei traumi infantili, si manifestano in modo significativo e spesso doloroso nelle relazioni adulte, creando cicli interpersonali disfunzionali.

 

1. Cicli Relazionali Disfunzionali:

L'individuo può essere attratto inconsciamente da partner che riproducono la dinamica del trauma originale (es. critici, emotivamente non disponibili, abusivi). Questa "ripetizione coatta" è un tentativo inconscio di "risolvere" il trauma, sebbene spesso si riveli re-traumatizzante. La persona può anche sabotare attivamente relazioni sane, provocando litigi, testando costantemente il partner o allontanandosi quando le cose vanno bene, per confermare la credenza che l'amore non possa durare.

 

2. Difficoltà nell'Intimità e nella Fiducia:

L'intimità richiede vulnerabilità, ma per chi ha subito un trauma infantile, la vulnerabilità è associata a dolore e tradimento. Si erigono muri protettivi che impediscono una vera connessione emotiva e la persona può avere difficoltà a fidarsi degli altri, sviluppando un sospetto cronico e una costante ricerca di segnali di inganno o abbandono. Questo si traduce in un evitamento dell'intimità sia fisica che emotiva.

 

3. Mancanza di Confini e Dipendenza/Co-dipendenza:

La persona che non si sente degna di amore spesso ha difficoltà a stabilire e mantenere confini sani, temendo che l'affermazione dei propri confini possa portare al rifiuto. La profonda mancanza di autostima spinge a cercare costantemente l'approvazione esterna, portando a un'eccessiva dipendenza emotiva e a relazioni co-dipendenti, dove la propria felicità dipende interamente dall'altro. Questo può portare a tollerare trattamenti inaccettabili da parte del partner, sentendosi di non meritare di meglio.

 

L'Efficacia del Biofeedback nella Disregolazione Emotiva Post-Traumatica

La disregolazione emotiva è una delle conseguenze più invalidanti del trauma infantile. Il Biofeedback è una tecnica che si sta dimostrando sempre più efficace nel trattamento di questa disregolazione, offrendo un approccio complementare alle psicoterapie. Il biofeedback consente agli individui di ottenere un maggiore controllo consapevole su funzioni corporee che di solito sono involontarie (frequenza cardiaca, respirazione, tensione muscolare) attraverso l'utilizzo di sensori che restituiscono un feedback in tempo reale.

 

Meccanismo d'Azione nella Disregolazione Emotiva:

Per le persone con un passato di trauma, il sistema nervoso autonomo (SNA) è spesso cronicamente deregolato, oscillando tra stati di iper-attivazione (ansia, panico) e ipo-attivazione (torpore, dissociazione). Il biofeedback aiuta a:

Aumentare la Consapevolezza Corporea (Interocezione): Fornisce un feedback oggettivo sulle funzioni fisiologiche, aiutando il paziente a riconnettersi con il proprio corpo e a riconoscere i segnali di attivazione o disattivazione.

Apprendimento dell'Auto-Regolazione Fisiologica: Il paziente impara a modificare specifici parametri (es. rallentare il respiro), portando a un miglioramento della capacità di regolare l'attivazione del SNA.

Riduzione dell'Ansia e dello Stress: Imparando a modulare le risposte fisiologiche allo stress, i pazienti possono ridurre significativamente i sintomi d'ansia e l'ipervigilanza.

Miglioramento della Regolazione Emotiva: Acquisire un senso di padronanza sul proprio corpo e sulle proprie emozioni porta a una maggiore capacità di gestire le emozioni intense senza esserne sopraffatti.

Neurofeedback Specifico: Questa forma di biofeedback si concentra sull'attività delle onde cerebrali, aiutando a "ri-allenare" il cervello a produrre schemi più equilibrati, riducendo l'iper-attivazione delle aree legate alla paura e aumentando l'attività delle aree prefrontali coinvolte nella regolazione emotiva.

 

Integrazione con la Psicoterapia:

Il biofeedback non sostituisce la psicoterapia, ma è un potente strumento adiuvante. Le abilità apprese forniscono al paziente gli strumenti fisiologici per calmarsi e rimanere presenti, permettendo così di accedere e lavorare sui contenuti traumatici in psicoterapia in modo più efficace e sicuro. Questa combinazione offre un approccio completo che affronta sia le manifestazioni fisiologiche della disregolazione post-traumatica sia le dimensioni cognitive ed emotive del trauma.

 

Hai mai sentito che le tue relazioni adulte sono un ciclo di sfide, forse a causa di una profonda convinzione di "non meritare l'amore"? Questo sentimento, spesso radicato in esperienze traumatiche infantili, può plasmare il tuo senso di sé, la tua autostima e la tua capacità di costruire legami sani. Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale di Pescara e Roma, affiliato all'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia, comprende profondamente queste dinamiche e offre un percorso di supporto.

 

Il trauma infantile, sia esso maltrattamento, abuso o trascuratezza emotiva, incide sulla formazione della persona a un livello profondo, alterando lo sviluppo neurobiologico e instillando un senso di "non meritevolezza". Questo si manifesta nelle relazioni adulte attraverso cicli disfunzionali, difficoltà nell'intimità e nella fiducia, e una mancanza di confini sani. La psicotraumatologia relazionale pone l'accento su come il trauma si sviluppa all'interno delle relazioni disfunzionali, portando a stili di attaccamento disorganizzati e a una narrazione personale basata sulla vergogna e l'indegnità.

 

Non sei solo in questo percorso. I professionisti volontari del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale sono qui per offrirti supporto e strumenti per rielaborare le tue esperienze e costruire nuove narrazioni. Attraverso un approccio che integra la psicoterapia con tecniche come il biofeedback, potrai imparare a gestire la disregolazione emotiva post-traumatica e a riparare le relazioni interne, aprendoti a legami più sani e sicuri.

Se ti riconosci in queste dinamiche e desideri intraprendere un percorso di guarigione, non esitare a contattare i professionisti volontari del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale di Pescara e Roma.

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Fai il primo passo verso una vita relazionale più serena e appagante.

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