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Omicidi Familiari in Italia: Analisi Psico-Criminologica del Profilo Settimanale (29 maggio al 4 giugno 2025)

08/06/2025 17:41

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Omicidi Familiari in Italia: Analisi Psico-Criminologica del Profilo Settimanale (29 maggio al 4 giugno 2025)

Non si tratta solo di numeri, ma di vite spezzate e di relazioni distorte, spesso al limite del patologico.

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L'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), attraverso il suo Osservatorio Nazionale sui Delitti Familiari, svolge un'analisi preziosa e non istituzionale delle dinamiche degli omicidi familiari in Italia. I dati, sebbene derivanti primariamente da fonti giornalistiche, offrono uno spaccato significativo di queste tragedie, adottando una definizione ampia di "familiarità" che include non solo legami di parentela, ma anche relazioni di conoscenza, colleganza, vicinanza, amicizia e rapporti affettivi/sentimentali, attuali o passati. Questa prospettiva allargata è fondamentale per cogliere la complessità delle interazioni che possono sfociare in violenza letale. L'analisi multidimensionale esplora il sesso di vittime e autori, la distribuzione geografica, le armi utilizzate e il grado di familiarità, fornendo un quadro dettagliato, seppur parziale, del fenomeno.

 

Con una settimana che si conclude il 4 giugno 2025, i dati sugli omicidi familiari dell'Osservatorio Nazionale sui Delitti Familiari dell'AIPC delineano un quadro inquietante, che la Psicotraumatologia Relazionale e il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) possono aiutarci a decodificare con maggiore profondità. Non si tratta solo di numeri, ma di vite spezzate e di relazioni distorte, spesso al limite del patologico.

 

Un'Analisi Profonda: Omicidi Familiari, Settimana 29 Maggio - 4 Giugno 2025

Questi dati, seppur parziali e basati su fonti giornalistiche, offrono uno spaccato crudo di dinamiche che, alla luce della Psicotraumatologia Relazionale, rivelano non solo la violenza dell'atto finale, ma anche la profondità delle ferite pregresse e delle disfunzioni relazionali.

 

Profilo della Vittima: Una Lacerazione nell'Equilibrio Relazionale

  • Genere: DONNA/UOMO (50/50%): Questo dato suggerisce una distribuzione equa, ma non deve ingannare. La Psicotraumatologia Relazionale ci insegna che, indipendentemente dal genere, le vittime di violenza all'interno di relazioni familiari o prossime spesso subiscono un trauma relazionale complesso. Questo significa che la violenza non è un evento isolato, ma il culmine di un pattern di abuso, manipolazione o trascuratezza che erode l'identità e la sicurezza della persona. Il CIPR sottolinea come, anche in caso di parità di genere, le dinamiche di potere e controllo possano assumere forme diverse, ma ugualmente devastanti.
  • Età: 18-35 (33,3%); 36-53 (33,3%); 54-71 (33,4%): L'età della vittima si distribuisce uniformemente, indicando che la vulnerabilità al trauma relazionale non ha confini anagrafici. Dalla prospettiva della Psicotraumatologia Relazionale, ogni fascia d'età porta con sé specifiche vulnerabilità e risorse. Per i più giovani, il trauma può compromettere lo sviluppo di relazioni future sane; per gli adulti, può minare la stabilità familiare e professionale; per gli anziani, può rappresentare una violazione della fiducia in un momento di maggiore dipendenza. Il CIPR evidenzia l'importanza di un approccio sensibile all'età nella prevenzione e nell'intervento.
  • Grado di familiarità: CONOSCENTI (100%): Questo è un dato dirompente. Il fatto che tutte le vittime siano "conoscenti" e non "parenti stretti" in questa specifica settimana, secondo la definizione ampia di familiarità dell'AIPC, ci porta a riflettere sulle relazioni ambigue e non formalizzate. La Psicotraumatologia Relazionale si concentra sulle dinamiche interpersonali che generano sofferenza. "Conoscenti" può includere ex-partner, amici, colleghi o vicini, ovvero persone con cui si è instaurata una relazione di fiducia, di dipendenza o di vicinanza emotiva. La violazione di questa fiducia da parte di un "conoscente" può essere particolarmente traumatica, in quanto si rompe un patto implicito di sicurezza e rispetto, lasciando la vittima (e chi le sopravvive) in uno stato di profondo shock e tradimento. Il CIPR esplora come la confidenza possa essere un terreno fertile per l'abuso di potere e la violenza silente.
  • Distribuzione geografica: NORD (50%); CENTRO (50%): La distribuzione geografica equa tra Nord e Centro suggerisce che il fenomeno non è circoscritto a specifiche realtà regionali, ma è una problematica diffusa. Dal punto di vista della Psicotraumatologia Relazionale, ciò indica che le radici del trauma e della violenza non sono legate a contesti socio-economici particolari, ma piuttosto a dinamiche relazionali trasversali che possono emergere in qualsiasi ambiente.
  • Arma utilizzata: ARMA DA TAGLIO (100%): L'uso esclusivo dell'arma da taglio è un elemento significativo. L'arma da taglio implica spesso una certa vicinanza fisica, un confronto diretto e una componente di impulsività o di escalation emotiva. Dal punto di vista della Psicotraumatologia Relazionale, ciò può indicare che l'atto omicidiario è il culmine di una tensione emotiva prolungata e non gestita, dove la frustrazione, la rabbia o il risentimento trovano uno sfogo violento e immediato. Il CIPR analizza come l'atto violento sia spesso preceduto da un'escalation di comportamenti abusivi e intimidatori.

 

Workshop Gratuito a Pescara dedicato agli avvocati

Prevenire la Violenza con la Scienza: Psicotraumatologia per ridurre le recidive e proteggere le vittime.

Il Centro La invita a un workshop gratuito che si terrà il 21 giugno 2025, dalle 17:30 alle 18:00. L'evento, in modalità ibrida, permetterà di approfondire il protocollo A.S.V.S. e la sua efficacia nella prevenzione della recidiva.

  • Online: Fino a 100 posti su GoToMeeting.
  • In Presenza: Fino a 10 posti presso la sede del Centro.

È necessario iscriversi entro il 17 giugno 2025.

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Profilo dell'Autore: L'Ombra del Trauma Relazionale

  • Genere: UOMO (100%): Il dato che tutti gli autori siano uomini in questa settimana ripropone una triste costante nella statistica degli omicidi familiari. La Psicotraumatologia Relazionale indaga le radici di questa prevalenza, spesso connesse a modelli di mascolinità tossica, difficoltà nella gestione della rabbia, bassa tolleranza alla frustrazione, o precedenti esperienze di trauma e abuso che si riattualizzano in cicli di violenza. Il CIPR si focalizza sulla prevenzione e sul trattamento delle problematiche legate all'aggressività maschile in contesti relazionali.
  • Età: 18-35 (50%); 36-53 (50%): La fascia d'età degli autori, concentrata tra i 18 e i 53 anni, evidenzia che la violenza può manifestarsi in diverse fasi della vita adulta. La Psicotraumatologia Relazionale ci invita a considerare come traumi non elaborati dell'infanzia o dell'adolescenza possano emergere in età adulta, scatenando comportamenti violenti in risposta a stress o frustrazioni relazionali. Il CIPR propone interventi specifici per ogni fascia d'età, volti a decostruire i modelli di violenza appresi.
  • Grado di familiarità: CONOSCENTE (100%): Come per le vittime, anche gli autori sono "conoscenti" delle vittime. Questo dato rafforza l'idea che la violenza non si limita ai legami di parentela, ma si estende a tutte quelle relazioni che, pur non essendo formalmente familiari, sono caratterizzate da una forte componente emotiva, da aspettative, da dipendenze o da conflitti irrisolti. La Psicotraumatologia Relazionale ci spinge a guardare oltre la definizione tradizionale di famiglia, per comprendere le dinamiche sottostanti che possono portare a tali tragedie. Il CIPR sottolinea l'importanza di riconoscere i segnali di allarme in tutte le tipologie di relazioni interpersonali.
  • Distribuzione geografica: NORD (50%); CENTRO (50%): Anche per gli autori, la distribuzione omogenea tra Nord e Centro ribadisce che la violenza non è un fenomeno localizzato, ma un problema sistemico che attraversa le diverse realtà sociali.
  • Arma utilizzata: ARMA DA TAGLIO (100%): L'uso esclusivo dell'arma da taglio da parte degli autori, in linea con il profilo delle vittime, conferma la natura spesso impulsiva e "viscerale" di questi omicidi. Ciò può indicare una mancanza di premeditazione nel senso più stretto, ma piuttosto un accumulo di tensione che esplode in un atto di violenza ravvicinata. La Psicotraumatologia Relazionale indaga come l'incapacità di regolare le emozioni e la mancanza di strategie di coping sane possano condurre a esiti così drammatici. Il CIPR promuove percorsi di gestione della rabbia e di risoluzione dei conflitti non violenta.

 

Riflessioni Conclusive del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR)

Questi dati, seppur limitati a una singola settimana, sono un campanello d'allarme. Dal punto di vista della Psicotraumatologia Relazionale, non possiamo limitarci a condannare l'atto finale; dobbiamo guardare alle dinamiche relazionali tossiche e ai traumi pregressi che lo hanno reso possibile.

 

Il CIPR evidenzia l'urgenza di:

  1. Riconoscere la complessità delle "familiarità": La definizione ampia dell'AIPC è fondamentale. La violenza non è solo "domestica" nel senso stretto, ma può emergere in qualsiasi relazione che implichi intimità, fiducia o vicinanza emotiva.
  2. Intervenire precocemente sulle dinamiche disfunzionali: Non aspettare che la violenza fisica si manifesti. I segnali di controllo, manipolazione, gelosia ossessiva, o comportamenti aggressivi verbali sono campanelli d'allarme che richiedono attenzione.
  3. Offrire percorsi di sostegno e trattamento: Sia per le vittime che per gli autori, ma con modalità e finalità diverse. Per le vittime, si tratta di elaborare il trauma e ricostruire la propria sicurezza; per gli autori, di comprendere le radici della propria violenza e apprendere nuove strategie di gestione emotiva.
  4. Promuovere una cultura del rispetto e della non-violenza: Questo inizia dalla scuola, dalla famiglia, dai media. Dobbiamo sfidare i modelli culturali che giustificano la violenza o la minimizzano.

Il CIPR lavora per offrire strumenti e conoscenze per decodificare questi fenomeni, promuovere la consapevolezza e sostenere coloro che sono coinvolti in queste dinamiche distruttive. La prevenzione non è solo repressione, ma soprattutto costruzione di relazioni sane e supporto psicologico.

Questi dati ci ricordano che la violenza relazionale è una piaga che attraversa la nostra società. Come possiamo, collettivamente, impegnarci a riconoscere i segnali, a intervenire prima che sia troppo tardi, e a curare le ferite invisibili che portano a queste tragedie?

 

Un Grido Silenzioso? Non restare solo.

Se le parole "trauma relazionale" risuonano in te, se senti che la tua storia o quella di chi ti sta intorno è intrecciata a dinamiche complesse e dolorose, non affrontare tutto questo da solo. I professionisti volontari del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) sono qui per ascoltarti.

Il CIPR offre un supporto psicologico qualificato e gratuito per aiutarti a comprendere, elaborare e superare le ferite che nascono dalle relazioni. Che tu sia vittima di violenza, che tu stia vivendo relazioni disfunzionali o che tu sia preoccupato per qualcuno che ami, non esitare a chiedere aiuto.

Contattaci. Parlare è il primo passo verso la guarigione. Troverai professionisti pronti ad accoglierti con empatia e competenza.

Non esitare, contattaci per ritrovare la tua serenità.

  • Al telefono e WhatsApp: 392 4401930 (dalle 12:00 alle 16:00, anche festivi)
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  • Visitando il sito web: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it

 

 

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